domenica 27 giugno 2021

Conoscenza del bene e del male

Molte volte quando si parla ai bambini si semplificano i concetti, spesso banalizzando il profondo significato. Ciò è avvenuto spesso per spiegare il peccato originale, identificando il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male con la mela. 

Leggiamo il testo biblico:
Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. (Genesi 2,9)


Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti». (Genesi 2, 16-17) 

Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.(Genesi 3, 1-7)

Si ricorda sempre l’albero della conoscenza del bene e del male e si dimentica l’albero della vita. Ebbene la capacità di conoscere il bene e il male e la vita eterna-infinita sono gli attributi che le religioni nelle varie culture hanno attribuito a Dio. Quando Eva e Adamo, sotto il consiglio del serpente, hanno mangiato il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, hanno preteso di diventare simile a Dio, come nel testo Dio stesso riconosce: Il Signore Dio disse allora: «Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!». Genesi 3, 22 

Da questo evento derivano tante conseguenze, ne ricordo alcune: 
A) L’uomo disobbedendo a Dio opera un profondo distacco da Lui; questa disobbedienza le religioni la ritengono il peccato originale. 
B) Inoltre con la conoscenza del bene e del male, anche se in modo approssimato, l’uomo si fa giudice dell’opera di Dio ovvero si ritiene altro dalla natura. 
C) Distaccandosi dalle altre creature l’uomo perde lo stato di innocenza naturale, e acquista la libertà umana di giudicare e scegliere in ogni istante il bene e il male e quindi si assume anche il peso delle responsabilità delle sue scelte. E ciò è evidente dalla condanna di Dio per la disobbedienza dell’uomo: Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!». (Genesi 3, 19) 

Dio continuò a preoccuparsi ancora una volta dell’uomo: Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì. (Genesi 3, 21) ma non ritrattò la sua condanna, era arrivato il momento che l’uomo dovesse badare a se stesso. 
Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita. (Genesi 3, 23-24)
 
Tante dottrine teologiche e filosofiche si sono ispirate a questo brano biblico. Ritengo che si possa sintetizzare con un’immagine semplice e che è offerta dalla vita famigliare: quando un giovane ormai maturo incomincia a non condividere più l’operato dei genitori significa che è arrivata l’ora della separazione, il giovane deve assumersi le sue responsabilità e operare per la sua autonomia. Il padre lo lascerà andare, ma lo seguirà da lontano e al momento opportuno gli offrirà il soccorso necessario. 

Quando l’uomo nel suo percorso evolutivo raggiungerà la capacità di conoscere il bene e il male e quindi la libertà morale delle sue azioni, Dio gli lascerà percorrere la sua storia, ma non gli farà mancare l’aiuto necessario nelle difficoltà…

venerdì 18 giugno 2021

 


L’uomo si ritiene grande, importante nel proprio ambiente.

Se guarda da un’altura vede il proprio ambiente ampliarsi e la sua dimensione diminuire.

Se volge lo sguardo verso il cielo e sa che tante stelle distano milioni di anni luce si sente come una minuscola cellula o  un piccolissimo granello di sabbia.

Eppure l’uomo pretende di dominare il mondo e si arroga il diritto di controllarne la vita.

giovedì 25 marzo 2021

Fragilità umana

 

Alcuni principi per un comportamento moralmente corretto sono condivisibili da tanti:

 

“Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti”. (Matteo 7:12).

 

Opera in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere in ogni tempo come principio di una legislazione universale (Kant,  Critica della Ragion Pratica)

 

Nella prassi purtroppo gli interessi individuali hanno il sopravvento e l’incoerenza manifesta la fragilità umana.

martedì 23 marzo 2021

Origine dell'Universo

 Sono tante le intuizioni e le teorie (variamente sostenute da dottrine filosofiche e scientifiche) circa l’origine dell’universo e della vita. Tra queste hanno richiamato la mia attenzione una intuizione antichissima, quella di Eraclito, e una alquanto moderna, quella di Bergson.

Eraclito afferma che le vie della mente sono imperscrutabili e il principio di ogni cosa è il λογος indefinibile e non rappresentabile, se proprio si volesse trovare un simbolo questo dovrebbe essere il fuoco vivo e mutevole.

Bergson ipotizza all’origine dell’universo uno slancio vitale(élan vital) da cui si sono articolate le varie espressioni dell’essere.

Queste due intuizioni dell’origine della vita offrono il sostegno all’originalità, alla creatività della natura, alla libertà e alla valorizzazione di ogni uomo.

domenica 5 luglio 2020

La conoscenza


Oggi mi sono riemerse nella mente queste parole di Kant che condivido con voi  " Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. " ( I. Kant, Critica della Ragion Pratica)

La verità è l’Essere (Infinito?) che opera negli esistenti o, se vi piace, sono gli Esistenti che si relazionano (in una relazione infinita?) tra loro…
Il problema dell’umanità consiste nella capacità di disvelare l’Essere o gli esistenti…

Gli uomini ci provano… ma attenzione a non essere arroganti nel dire che la propria verità esprima in modo esaustivo l’Essere o gli Esistenti, perché questi sono vivi e in continua evoluzione. 




Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco,  giunsero a porsi problemi sempre maggiori…. (Aristotele, Metafisica)
Per Aristotele la filosofia è l’unica scienza libera perché noi non la ricerchiamo per alcun vantaggio che sia estraneo ad essa.
Tuttavia è anche vero che le scienze pratiche sono il sapere che liberano l’uomo dai bisogni.
“… sopraggiunse Prometeo a controllare la distribuzione: vede che tutti gli altri esseri viventi armoniosamente posseggono di tutto, e che invece l’uomo è nudo, scalzo, privo di giaciglio e di armi….  Prometeo allora, trovandosi appunto in grande difficoltà, ruba a Efesto e ad Atena la scienza tecnica insieme con il fuoco _  … _ e così ne fece dono all’uomo. (Platone, Protagora)
Se è vero che l’uomo per sua natura cerca di superare lo stato di ignoranza, è altrettanto vero che la necessità aguzza la mente.